Da agrigentino, nel leggere il bollettino giornaliero degli sbarchi dei migranti clandestini e dei profughi, è rilevante che Lampedusa, isola agrigentina, non sia più primo e unico crocevia. Infatti, lo sconquasso e il fallimento della Primavera Araba, le guerre di religione che imperversano oltre il C!@#^e di Sicilia, e le sanguinose risse civili egiziane e siriane, provocano un bombardamento di flussi immigratori verso le coste siciliane del sud. Anche, ma non più soltanto verso Lampedusa. Ovvio, è miserevole consolazione, in attesa che l' Europa intervenga, se ne è capace. Nell' altro continente non vi sono più Gheddafi in Libia, Mubarak in Egitto, o Ben Alì in Tunisia, dittatori ma pur sempre garanti dell'ordine pubblico, interlocutori con cui l'Europa e anche l' Italia ha trattato gli accordi per contenere l' immigrazione. Adesso imperversano capi etnie, che sono tante. E' una organizzazione tribale che inevitabilmente ha provocato lo scontro tribale. E l'Europa, allora, con chi si confronta ? La fuga, se non l'esodo biblico, dal sud verso il nord del pianeta, sono ormai inevitabili ? Interrogativo martellante a parte, al momento è cronaca quotidiana, come oggi : 100 immigrati, tra siriani ed egiziani, a largo di Aci Castello in provincia di Catania, poi 126 dalla Siria sono approdati a Noto in provincia di Siracusa, poi 2 barche con 300 a bordo a Lampedusa, poi 336 migranti, tra cui 64 donne e un neonato, sono stati soccorsi a largo di Porto Empedocle. E poi ancora le coste siracusane, la spiaggia di Ognina, altri 67, sedicenti siriani e pakistani. E all'orizzonte del sud del pianeta si naviga. Senza sosta.