Ci son due modi per vivere serenamente: evitare gli altri, o cercare di comprenderli.
Io ho smesso di tentare di capire..
Non ho scelto io la ricerca della solitudine, ma non posso affermare che una volta scoperta abbia cercato d'allontanarla.

Si riflette, si riflette su se stessi, su quel che ci circonda. Compiamo scelte, si vive sulla base di queste e altre scelte, perché spesso capiterà che qualcun altro sceglierà al posto nostro.
E bisognerà combattere, per ogni giorno della nostra dannata esistenza. Combattere, competere.
La competizione, la più grave illusione umana. Qualcuno ha deciso di farci credere che bisogna lottarsi, che qualcuno starà sopra, qualcun altro sotto, senza pensare che l'uomo non è mai stato adatto alla sottomissione.

Non esiste luogo in cui non siam tenuti a competere.
Fin da piccoli, fin dal superfluo, fin dal b!@#^e.
Anche l'azione di lanciare un sasso nel fiume diventava motivo di scontro: chi faceva fare più saltiad un sasso piatto, perché cazzo non si poteva lanciare un sasso e basta?

Voglio lanciare e godermi lo splash, e vedere l'acqua aprirsi in anelli.
Anche la possibilità di correre e sentirmi libero, senza catene, senza sguardi, senza giudizi.
Il desiderio d'esser lontano dall'apparenza, da un mondo che è non mondo, perché non esiste.

L'esistenza viene da sé, spontanea, e non ha certo bisogno d'ubbidire a criteri d'immagine.
Una vita d'apparenze è come un'ombra che si specchia in un fiume.
Non voglio voci attorno. Non voglio dita puntate.

Se è vero che sto ancora in vita e che non ho preso il ruolo della mia ombra, se vero che tocco l'acqua e sento e dico che è fredda, anche se agli altri pare bollente,
vaffanculo a tutto, è libertà. Tranquillità.